Onorevoli Colleghi! - Con la presente proposta di legge, che si compone di un solo articolo, si intende sopprimere il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), istituito e regolato dalla legge 6 novembre 1989, n. 368, e successive modificazioni.
Il CGIE, nato dall'esigenza di fare partecipare attivamente alla vita politica italiana i cittadini italiani residenti all'estero, per quasi due decenni ha rappresentato un punto di riferimento costante e importantissimo per quanto riguarda l'attività legislativa e programmatica in materia di emigrazione.
Oggi, prima con il testo di legge costituzionale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005, approvato dalle Camere ma non entrato in vigore, e poi con la legge 21 dicembre 2005, n. 270, che ha ulteriormente regolamentato l'elezione dei parlamentari eletti all'estero, l'esigenza di mantenere in vita il CGIE viene meno.
Anzi, si crea una sovrapposizione di ruoli e di compiti tra il CGIE e i parlamentari che crea incertezza e confusione nell'opinione pubblica e negli elettori.
I parlamentari, in particolare quelli eletti all'estero, assorbono in loro tutte le funzioni precedentemente esercitate dal CGIE.
La soppressione del CGIE comporterà, quindi, una chiarezza dei ruoli e un risparmio economico non indifferente per lo Stato.
Lo Stato, con l'approvazione della presente proposta di legge, risparmierebbe, infatti, le ingenti risorse che attualmente sono destinate al funzionamento del CGIE.
Le somme risparmiate potrebbero essere investite più proficuamente sempre nell'interesse dei nostri concittadini residenti all'estero. Ad esempio, potranno essere